L'alveare


Le api: Chi sono le api | Il ruolo dell'ape in natura
L'alveare: L'alveare | La riproduzione | Allevamento e sviluppo | Sciamatura | Fecondazione | Morfologia e anatomia | Malattie

L'alveare

L'ape domestica è di fatto la collettività animale più studiata e apprezzata.
Nell'alveare vivono una sola regina, unica femmina fertile, circa 50.000 operaie, femmine sterili destinate al mantenimento ed alla difesa della colonia e da 500 a 2000 maschi (detti anche fuchi o pecchioni), destinati esclusivamente alla riproduzione. La specie è polimorfica perché le tre caste sono diverse tra loro.

La regina, straordinariamente prolifica, ha il compito di deporre le uova e di assicurare la compattezza della colonia; è la prima a sfarfallare dalla sua celletta, è più grande delle operaie e dei fuchi, è provvista di un pungiglione, che usa quasi esclusivamente per uccidere le regine rivali, sue sorelle, anch'esse pronte a sfarfallare. A differenza delle operaie, essa è priva dell'apparato per la raccolta del polline, delle ghiandole faringee e delle ghiandole ceripare. La regina può vivere anche 4 o 5 anni. In relazione alla sua intensissima attività riproduttiva ha un metabolismo più elevato di quello delle operaie.
La regina è dotata di 150-180 ovarioli e di una spermateca; è distinguibile, appunto, per l'addome più voluminoso.

I maschi hanno soltanto il compito di fecondare le nuove regine; essi sono più grandi delle operaie ma più piccoli della regina; hanno la ligula molto più corta di quella delle operaie, e perciò sono incapaci di succhiare il nettare dai fiori, e sono privi del pungiglione, dell'apparato di raccolta del polline, delle ghiandole faringee e delle ghiandole ceripare.

Le operaie costituiscono una casta che ripartisce le varie attività sociali secondo le classi di età, cui corrispondono cicli di sviluppo e di regressione di alcune ghiandole esocrine.
Per il maggiore sviluppo dei centri di coordinazione cerebrali (corpi peduncolati), le operaie si rivelano capaci di prestazioni straordinarie, quali la possibilità di trasmettersi informazioni con una sorta di linguaggio simbolico.

Le operaie svolgono, inoltre, compiti diversi in ordinata successione dei ruoli a seconda dell'età. Il primo compito della giovane operaia che sfarfalla dalla cella in cui si è sviluppata, è quello di ripulire e levigare le celle di nuova costruzione, nelle quali la regina depone incessantemente le uova (da 100 fino a 3000 al giottrno). Poi, diventata capace di produrre la "pappa reale" (per lo sviluppo delle ghiandole sopracerebrali che la secernono), l'ape operaia passa ad alimentare le larve.
Allo scadere della seconda settimana, non producendo più alimento, ma cera (per regressione delle ghiandole sopracerebrali e sviluppo delle ghiandole cerigene), passa a costruire favi.
Quindi passa all'esterno dell'alveare, prima per la sola difesa, poi per l'importante compito di bottinatrice, ossia di raccoglitrice di nettare, polline, propoli ed acqua. In questa veste, essa è in grado di trasmettere precise informazioni alle compagne sulla esatta ubicazione di una sorgente di cibo, anche molto distante (fino ad alcuni chilometri), comunicando dati sui rapporti di posizione tra campo fiorito, alveare e sole. La sua abilità di percepire luce polarizzata le consente di individuare la posizione del sole, anche se questo è coperto da nubi, purché sia visibile un'area di cielo sereno.
Dopo circa 30 giorni riprende le mansioni casalinghe (ventilazione e riscaldamento del nido, sua pulizia e difesa, etc.), fino a che, sentendo vicina la fine, si allontana dalla comunità e muore lontano da essa per non contaminare l'alveare col suo cadavere.

La vita media di un'operaia è intorno ai 30 - 45 giorni; è più lunga se l'ape è nasce in autunno e perciò sverna.

La riproduzione

La regina è l'unica in grado di deporre le uova perché alimentata a pappa reale (alimento altamente energetico) che sviluppa le ovaie della futura regina, mentre quelle delle altre api, a causa della dieta diversa, si atrofizzeranno.
Generalmente 6-12 giorni dopo lo sfarfallamento (non oltre 3-4 settimane), la giovane regina si accoppia con parecchi fuchi (mediamente 8) nel corso del volo nunziale, in cui ciascun maschio, attratto ed eccitato dal movimento della femmina e dai feromoni sessuali che si diffondono da suo corpo, immette il proprio sperma nelle sue vie genitali. Gli organi copulatori del maschio vengono poi strappati per rimanere nella borsa copulatrice della femmina (costituendo il cosiddetto segno di fecondazione).
Lo sperma cosė ricevuto nella sua spermateca deve servire per tutte le uova fecondate che essa deporrà nel corso della vita. I suoi ovarioli si ingrossano fino a riempire il lungo addome, e dopo 1-2 giorni essa comincia a deporre le uova. La regina ha la facoltà di controllare il processo di fecondazione. Le uova non fecondate producono fuchi, mentre le uova fecondate producono femmine. Nel periodo in cui il raccolto di nettare è abbondante, una regina arriva a deporre fino a 2000-3000 uova al giorno, attaccando ciascun uovo sul fondo di una cella.
L'uovo si schiude dopo circa 3 giorni dopo la deposizione e ne emerge una minuscola larva vermiforme, apoda e anoftalma (priva di zampe e di occhi composti).

Allevamento e sviluppo

Per due giorni tutte le larve vengono alimentate con la pappa reale, dopodiché le larve dei fuchi e delle operaie ricevono principalmente miele e polline, mentre le larve delle regine continuano ad essere nutrite con pappa reale. Ciascuna larva, crescendo, affronta 5 stadi; quindi la sua cella viene chiusa con un opercolo di cera, e la larva racchiusa all'interno si tesse un sottile bozzolo nel quale si impupa. La pupa subisce una metamorfosi completa, ed infine taglia l'opercolo della cella con le proprie mandibole per sfarfallare come giovane ape. Il tempo di sviluppo per ciascuna casta è standardizzato, grazie alla termoregolazione nell'alveare:



Giorni Uovo Larva Pupa Totale
Regina 3 5,5 7,5 16
Operaia 3 6 12 21
Fuco 3 6,5 14,5 24


Le larve destinate a formare le future regine si impupano dopo 15 -16 giorni di vita; quelle che sono destinate e diventare operaie subiscono la prima metamorfosi a circa 21 giorni, mentre i maschi non si impupano prima di avere raggiunto i 24 giorni di vita.
Tutti vivono allo stadio di pupa per un periodo che è diverso per ciascuna casta, quindi si trasformano in immagini ed escono dalla loro cella.
La regina compie il volo nuziale a 5-6 giorni dallo sfarfallamento e, dopo pochi giorni, comincia a deporre le uova, in numero maggiore in primavera ed estate e nelle giornate più calde. Solo durante l'inverno essa sospende la deposizione, tranne i paesi dove la stagione invernale è contrassegnata da un clima particolarmente temperato. La regina abitualmente feconda tutte le uova, in modo che da esse nascano solo operaie. Solo in primavera non ne feconda un certo numero, in modo che nascano i maschi; questi sono destinati a vivere solo fino al giorno dell'accoppiamento. Nello stesso periodo la regina depone, nelle celle reali (più grandi), anche le uova destinate a formare altre regine.



Sciamatura

Con la deposizione delle uova apolidi - per i maschi - (si dice di cellula o di organismo che possiede un numero di cromosomi che è la metà di quello diploide, caratteristico della specie) e di quelle diploidi - per le femmine - nelle celle reali, la regina indica alle operaie che è prossimo il momento in cui una parte della popolazione dell'alveare deve essere pronta alla sciamatura, ed indica alle operaie che restano che ci saranno presto larve da nutrire.
La vecchia regina cessa di produrre uova e, quando stanno per schiudersi le celle reali, cominciano anche i preparativi per la sciamatura; le api che sciameranno si caricano del miele occorrente per 5 o 6 giorni: questa scorta è indispensabile per sostenere la iperalimentazione per la prima produzione di cera, in quanto le ghiandole ceripare si riattivano al fine di consentire l'inizio della costruzione dei nuovi favi. Le api in sciamatura prendono con sé anche una certa quantità di propoli. Infine la vecchia regina raduna una parte del suo popolo e va a fondare un altro alveare. Poco prima che la vecchia regina, seguita da uno sciame di parecchie migliaia di api operaie lasci l'alveare, le bottinatrici diventano pigre e cessano di portare il nettare. Alcune di esse passano il tempo esplorando i dintorni in cerca di possibili luoghi per un nuovo nido. Qualche giorno dopo la regina conduce fuori lo sciame e questo si sistema in un bivacco temporaneo, dove forma il caratteristico grappolo sul ramo di un albero, su una sporgenza di una roccia, ecc.
La distribuzione delle api nel grappolo avviene secondo l'età: quelle che si trovano al centro sono le 'operaie di casa', aventi cioè non più di 19 giorni di vita; quelle insediate vicino all'apertura superano generalmente i 20 giorni; quelle della copertura oscillano tra i 19 ed i 25 e cambiano continuamente di posto (in dieci minuti i 2/3 si sono spostati). Dai grappoli partono le esploratrici in cerca di un ricovero dove costruire il nuovo alveare.
Le api esploratrici costituiscono una sorta di "comitato" per consigliare le emigranti sui possibili nuovi luoghi per abitare. Le esploratrici cominciano a danzare al di sopra dello sciame, ciascuna indicando la direzione e la distanza del suo sito preferito e la sua valutazione della qualità del luogo con l'enfasi che mette nella danza. Altre api sono reclutate e visitano il luogo; poi trasmettono il proprio giudizio, al ritorno, agli altri membri dello sciame. Le informazioni sono cosė precise che Lindauer (Il linguaggio delle api sociali / Martin Lindauer) fu in grado di interpretare il significato delle danze e di precederle nel luogo prescelto.

Fecondazione

Appena sfarfalla, la nuova regina, che sarà la schiava più importante del suo regno, è presa da una frenesia ed emette un singolare ronzio (un "trillo territoriale" di 1,5-2 KHz, registrabile anche fuori dell'arnia) ottenuto sia per vibrazione alare e/o toracica, sia per emissione di aria dagli stigmi; dopodichè si avvicina alle celle delle altre 'principessÈ sue sorelle e, una dopo l'altra, le uccide tutte. Allora cessa il ronzio, si porta all'ingresso dell'alveare ed inizia il volo nuziale. Essa si innalza a grandi altezze, seguita dalla folla dei fuchi, il più possente dei quali la raggiunge ed ha luogo, in volo, il primo accoppiamento. La copula comporta la inevitabile morte del maschio, poiché i suoi organi genitali restano infissi nel corpo della femmina ed esso deve strapparli per allontanarsi. Questa cosė profonda mutilazione risulta per esso letale. Mentre il maschio precipita morto verso il suolo, la regina plana sull'alveare, dando alle operaie, in tal modo, un segnale in seguito al quale esse assalgono ed uccidono con il loro pungiglione gli altri fuchi; nessuno di essi si salva perché i pochi superstiti non sanno nutrirsi da sé, essendo stati nutriti sempre dalle operaie. Questa lotta non costa alcuna vittima alle operaie, sia perché i fuchi non hanno alcun mezzo di difesa (sono maschi, quindi privi di ovopositore, cioè di pungiglione), sia perché possono agevolmente ritirare il loro pungiglione (diversamente da quanto avviene se l'ape punge un vertebrato). Talvolta, però, in caso di sovraffollamento della colonia, le operaie impediscono alla nuova regina di uccidere le sorelle, ed allora anche una ulteriore nuova regina sciama.

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